E ritornano con lo stesso chiasmo di sensazioni ambigue, evanescenti, ma contrapposte, con quel "più" che da sui nervi, che pizzica nel profondo, quel qualche cosa che a suo tempo avevi aborrito, sopportato, preso da parte per trovare una mediazione ed abbandonato a gambe levate, del tipo "ti chiamo per sapere se davvero sei andata via e non ritorni più... ti chiamo per iniziare a respirare, senza i tuoi strepiti, urli, paranoie e idiosincrasie. No grazie, ho le mie, mi bastano...".
Tornano, o torniamo pure noi, ai nostri piccoli vezzi. Accusiamo altri di non cambiare, ma noi non cambiamo - ah, ma noi siamo nel "giusto", compiaciuti - dio, che tristezza asettica e noiosa.
E mi perdo via....