sabato 21 maggio 2011

Prevenzione

Alt - Stop - Vietato oltrepassare - Vietato parlare - Si prega di non disturbare - Divieto d'accesso - Limte di velocità massima a.... - Limite di velocità minima a... - Vietato mangiare pizze o gelati - Si prega di non sputare - Vietato fumare - Vietato parcheggiare dalle... alle... - Non gridare - Vietato suonare il clacson - Si prega di non parlare al conducente - Si prega di non guardare il conducente - Vietato toccare - Vietato nuotare - Vietato tuffarsi - Vietato dare da mangiare agli orsi, ai piccioni, alle capre, agli scoiattoli, ai procioni, ai cervi, agli alligatori - Si prega di stare in silenzio - Vietato vietare - Si prega di non toccare - Si prega di non fare gestacci - Vietato suonare ripetutamente - Non correre - Vietato oltrepassare la linea gialla, la linea blu, la linea bianca - Vietato gettare oggetti fuori dalla finestra - Vietato gettare i mozziconi per terra - Si prega di lasciare le armi all'entrata - Vietato guidare a fari spenti - Si prega di non urlare - Non parlare a voce alta - Vietato telefonare, citofonare, saltare, sporgersi, cadere, fischiettare - Si prega di non insultare l'impiegato preposto alle informazioni - Vietato lasciare detriti in  questo posto - Vietato imbrattare i muri - Vietato guardare - Divieto di sosta - Vietato contraddire il capo - Vietato cambiare canale senza previa autorizzazione - Vietato giocare - Vietato baciarsi - Vietato bestemmiare - I responsabili saranno perseguiti secondo le leggi vigenti di questo stato - la legge è uguale per tutti.

mercoledì 18 maggio 2011

Ambivalenze

"Potremmo definirla ambiguità, o zona grigia - dal famoso saggio di Levi - o ancora più tecnicamente polisemia, o equivocità (brutta parola all'orecchio!). Ambivalenza, o meglio al plurale ambivalenze, giusto per complicare ulteriormente, sembra quasi non avere connotati negativi, cosa che invece hanno tutti i suoi sinonimi, più o meno, senza scadere nel tecnicismo lessicale, dove allora il politically correct la fa da padroni e si dimentica pure di avere un sesso, un corpo e il mal di pancia, se si mangia troppo. Ne prendi uno e ne paghi due, di sensi, di sensazioni, di significati, di guai, soprattutto di guai. Non se ne può mai fare a meno. Eppure non me ne posso privare, ho bisogno di questo strabismo, di questo punto d'incontro, di questo ying e yang, della ruota che gira. - La coerenza... - mi dicevano, ma non mi hanno mai spiegato tutto il resto, la capacità di giudizio, l'accusa e la difesa, il processo dialettico, Dante e Boccaccio, la legge del pendolo. E neppure Vita-Morte, luce-tenebre, angeli-demoni, alto-basso, Sole-Luna.... Non ne posso fare a meno, ho bisogno di fango, di contaminazione, dell'eccesso che diviene minoranza, dell'ombra luminosa, dell'arcobaleno quando piove. Uno, nessuno, centomila, contrario alla rigidità del digitale, all'ipotesi pop della serigrafia, al colpo di coda positivista dell'ipertecnologizzazione. Ho ancora attenzione per il bisbiglio, il silenzio, il delirio. Ho bisogno della variante inclusiva, che non sottrae la contraddizione, ma la mantiene necessariamente nel processo dinamico, ho bisogno del contraddittorio politico che fondi un nuovo punto di vista, nel tempo, nell'azione, nel sangue e nella testa dell'uomo qualunque.  Non mi fido delle posizioni assolute, diventano spesso il contrario, delle certezze forti, mi sembrano ostentazione di debolezza, la luce abbagliante non ci fa vedere.... Che resta - allora - di tutto quanto?
Una luce ancora accesa all'alba, un tavolaccio unto, qualche cosa da bere per giocare l'insonnia, ancora qualche minuto per guardarci e poi il treno parte, o l'aereo volerà, o qualcuno, a bordo strada, pur si fermerà e tra partire e lasciare ancora non lo so che fare, ma sono qua...."
[Monologo per un sordo]

lunedì 9 maggio 2011

Naufraghi senza frontiera

M. Mazzavillani

Bimbi fragili, innocenti ed un po' affamati,
che sognavate di correre fra i prati,
senza colpe ma soltanto per sventura,
l'ultimo grido lo avete lanciato alla paura.
Donne cresciute in balia della corrente,
abituate ad avere tutto e niente,
condannate a lottare nella sorte,
per volere di chi vi ha spinto fino alla morte.
Padri di famiglie disgregate,
per sfamarle voi le avete abbandonate,
ed a casa mentre si nutrono di sogni,
i vostri corpi sono pasto per i tonni.
Maledetta la bilancia della vita,
che nessuno sulla terra può additare,
vite inermi cercavate via di uscita,
mentre oggi riposate in fondo al mare!
 [A. Gatto]
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