domenica 12 febbraio 2012

Marciapiedi

Avevo una teoria: per capire in quale parte della città si stia camminando, basta osservare attentamente il marciapiede attorno a noi e si ha una cartina al tornasole del quartiere, del paese. della città, nel suo micro e macro sistema. Cicche di sigarette, carte sparpagliate, lattine divenute stinte e come fogli di carta, foglie abbandonate e marcescenti, preservativi usati ci possono indicare che potremmo essere in una zona di periferia al limite della zona industriale, dove il passaggio dei netturbini è meno frequente, data la scarsità di popolazione, dove c'è passaggio di gente che vive la notte, con i suoi vizi e riflessi cangianti. Sale, sabbia, deiezioni canine, qua e là cassonetti d'immondizia, CD rotti, fantasmi di biciclette senza ruote, decorazioni abbandonate di Halloween o Natale a febbraio, invece, ci possono suggerire che siamo sempre in zona periferica, ma in un contesto residenziale, anche se di basso reddito. La densità poi delle tracce dell'umano vivere, ci può indicare poi se siamo nei pressi di una fermata dell'autobus, diun parcheggio per taxi, dell'uscita di una scuola o un ospedale o in un quartiere dal ritmo veloce o lento. Tutto osservando solo il marciapiede.
Qualche giorno fa, arrancavo faticosamente verso il tunnel della metropolitana; una pioggerella fine ed insistente livellava di pozzanghere subdole e viscide lo spesso strato di ghiaccio che ricopriva il marciapiede, rendendo ancora più arduo il mio avanzare. Ogni passo era una sfida all'equilibrio, una scommessa tra lo scivolare e l'inzupparsi nell'acqua sporca. Pensavo alla mia teoria e immaginando i marciapiedi dei quartieri bene, mi domandavo se fossero davvero ben spazzati e meticolosamente spalati dal ghiaccio. La ragazza davanti a me perde qualche cosa, mi precipito al suo inseguimento e quasi la travolgo, scivolando al semaforo pedonale, per accorgermi che le rimetto nella mano un grosso paio di calze di lana, che lei portava in tasca (??). Una mezz'ora dopo sono nella city e non cambia nulla: il marciapiede - forse più trafficato che nel mio modesto quartiere - è ricoperto anche qui di un infido e lucido mantello di sdrucciolevole, duro e freddo ghiaccio nero, il più terribile, perchè non si vede, sembra solo bagnato, ma è letale...
La mia teoria non vale d'inverno e forse nemmeno in tempi più miti. La mia teoria è solo un passatempo, un gioco di Kim, o il vizio di curiosare attorno...
E fortuna che l'inverno sta finendo...
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