domenica 26 agosto 2012

Notte estiva


 È notte e la temperatura, nel mio piccolo appartamento, m'impedisce di dormire. In più, un fastidioso dolore muscolare appena sotto la scapola, mi strappa dei gemiti ad ogni tipo di movimento che coinvolga più di un muscolo alla volta. Ridotto all'insonnia vago per la casa, bevo birra, ciabatto sul balcone ad osservare il silenzio del giardino. La notte è un luogo che amo, ma che spesso - per varie ragioni - trascuro. I rumori sono rarefatti, furtivi: il brusio del frigotifero, le molle di un letto del caseggiato, il vento tra le fronde dei cespugli davanti a casa, i grilli - suono estivo per eccellenza - un frinire che quasi non si sente più, per la sua totale costanza. V., la mia compagna, dorme, o forse sonnecchia, il ventilatore acceso e il suo ventre enorme, glorioso,  pulsante di vita, in attesa del momento del parto.
Sarà forse anche il nervosismo dell'imminente paternità. Un sacco di domande, di informazioni da metabolizzare, di inadeguatezze da guardare in faccia. Nove mesi sono un tempo onesto per prepararsi al cambiamento radicale della propria vita, non c'è che dire, ma...
La stanza è pronta: lettino, vestitini, tutto piccolino, a misura di neonato, ma...

Ma ce lo lasceranno fare? Ci permetteranno di crescere quell'essere di nostra figlia che ci capita così, nel mezzo delle nostre vite, in cui è già difficile decifrare i contorni del giusto, del possibile e del reale? Ce la lasceranno crescere con lo sguardo che si perde lontano, quella sana fatica dopo una corsa, quel brivido sottile, ma vivo, dei momenti prima di un viaggio? E quelle baruffe, quei gesti insensati, la polvere e il sudore appiccicati ai vestiti, le ginocchia sbucciate e le bugie per i compiti non fatti? La lasceranno fare, crescere, provare, cadere, ridere, giocare, volare? O la obbligheranno ad uno schermo, ad un protocollo di sicurezza, ad un programma, ad un giardino con piscina, scrittoio e sala ricreativa con gli alberi fuori dalla finestra?
Perchè di morbondi, in giro, ce n'è già tanti: inoffensivi, meschini, volgarotti, remissivi. Adattati. Come quelli che mettono apprezzamenti ai propri stessi commenti su FB, Come quelli che pagano in nero il loro dentista così risparmiano sulle tasse. Come quelli che hanno sempre lo stesso identico sorriso su tutte le foto. Come quelli che si nascondono dietro delle maschere, perchè nello specchio non vogliono guardare...

Meno male che ho ancora una bottiglia di quel rhum, quello buono che viene dal mare....
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