sabato 21 maggio 2005

Al di là del fatto...

Al di là del fatto che sembra assurdo oggi farsi duemila chilometri per manifestare contro la globalizzazione finta per reddito; al di là che chi lo fa passa facilmente dalla parte della minoranza per i compassati giovani così razionali da riempirsi la bocca di tante belle ed equilibrate parole; al di là che restarsene in pantofole è senz'altro la maniera più saggia per farsi considerare maturo da un numero sempre più alto di persone che non guardano se non il reale intorno al proprio naso, a cui l'irrazionale, il folle, l'angoscioso e l'ironico sono estranee nel loro complesso; al di là dell'ansito soggiogato dal potere, che, al contrario del torto o della ragione, sta sempre dall'altra parte, che a stento riesce ancora a manifestarsi in maniera confusa, caotica, contraddittoria, discontinua, in costellazioni di piccoli segni minimali; al di là del fatto che chi corre e suda molto spesso ha poco fiato per dar voce alle trombe e costruirsi fondali di parole con cui esibirsi o ripararsi a seconda dei casi; al di là che anche nell'incerto e nella tensione di ritrovare il simile a sè nella non identità, qualche parte di energia viene spesa e non ritorna, ma il traguardo intravisto o solamente odorato nella lontananza può ripagare, a chi non si accontenta nella ricerca del senso, la mancanza di senso dell'immobilità; al di là che, poi, altri esprimono meglio quello che anche noi abbiamo vissuto, e ci si ritrova arrossati e stupidamente infervorati per suoni, o parole in contesti emozionali differenti, stupidi a sé stessi perché banalmente commossi per Getzemani interiori vissuti in prima persona; al di là di tutto questo, l'esplosione di irrazionale vitalità mi sembra esteticamente migliore del grigio rigore del preconfezionato dall'obbiettivo di partito.

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