martedì 3 maggio 2005

Indecenza

"Parlare di sè è indecente": la tesi esplicita di un film di Bonello "Le pornographe"(Can/Fra 2001). Il film proseguiva sul difficile crinale della narrazione delle vicende del protagonista alla ricerca di una tranquillità e serenità dovuta, dopo i ruggenti anni della giovinezza, il feroce esponenziale cambiamento a cui la sua professione lo aveva esposto, l'inevitabile sensazioni di fallimento delle relazioni che aveva ingaggiato nella sua vita, e la volontà di non tradire sè stesso e (ri-)affermare una personale maniera di intendere un genere.
Il classico esempio dell'uomo del treno - lo sconosciuto che racconta nei particolari qualsiasi evento della propria vita anche intima - e del fastidio che proviamo in tale situazione è la conferma di quanto poco siamo disposti ad ascoltare e quanto desiderio si abbia nel raccontare. Il racconto, soprattutto nosografico, è femmina - sostiene una tradizione letteraria centenaria - ma con la parificazione in fieri il "gentil" sesso non detiene più questo verboso primato.
Infatti, chi non desidera raccontare e raccontarsi? Ma chi si è mai sentito o ha mai transitivamente fatto sentire "ascoltato"? E' possibile uscire dall'impasse. Personalmente riteniamo la forma sopra il contenuto nella maggioranza quasi totale delle situazioni, perchè la forma vera è già contenuto.
Resta il fatto di come esistano, a nostro personale giudizio, momenti ed azioni che siano svincolate dall'indecenza, perchè rasentano accezioni semantiche "oltre" il comune senso di pudore. A questo punto "indecenza" è non saperlo riconoscere.

2 commenti:

  1. ciao tesoro,ho letto il tuo blogg, mi riprometto sempre di scriverti ed esporti la mia proposta indecente.Giri ancora per il mondo?A presto piccolo.
    Un bacio e un dolce pensiero ai momenti trascorsi con te ebri di tanta felicità e di un pò di alcool.

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  2. The only thing I can say is...SBEEEM!

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